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Festival del Fundraising 2016: le Pagelle

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Le pagelle del Festival del Fundraising 2016

Il Festival del Fundraising non è un evento qualunque. E’ l’EVENTO per eccellenza, quello che non puoi perdere per nessuna ragione al mondo, anche – o sopratutto – se hai iniziato a fare fundraising giusto l’altro ieri. Arrivato ormai alla nona edizione, il 2016 ha visto la partecipazione di 803 professionisti da tutta Italia, animati da un’unica motivazione: confrontarsi con i colleghi sulle novità, le difficoltà e le sfide che ogni giorno deve affrontare chi ha scelto di lavorare nel fundraising. Obiettivo raggiunto? La redazione di Raccontafondi, quasi al completo, ha vissuto questi tre giorni con tutta l’intensità possibile, e le pagelle che leggerete sono il risultato delle nostre riflessioni: non un giudizio, o una critica, ma un incoraggiamento a proseguire su questa strada e creare un Festival che ogni anno superi le aspettative dei partecipanti! 

La plenaria di apertura

Tante aspettative, forse troppe. Le tre relatrici (Marcia Stepanek, Yvette Alberdingk-Thijm e Abigail Disney) nonostante la chiara fama che le accompagnava non sono riuscite a scaldare completamente i motori della sala: gli interventi sono stati interessanti, certo, ma forse ci aspettavamo qualcosa di più per partire con il ritmo giusto. La vera sopresa: il passaggio di testimone tra Valerio Melandri e Mauro Picciaola alla presidenza dell’Associazione del Festival del Fundraising! Voto: 6+, migliorabile

Volontari e staff

Dove vai se i volontari non ce li hai? Per fortuna non è un problema del Festival, che ogni anno riesce a trovare persone motivate e pronte a farsi in quattro! Discreti, ma sempre presenti, con il sorriso persino alle 2 del mattino, i volontari sono la testimonianza vivente di quanto la passione sia il vero cuore di questo Festival. Voto: 10, ineccepibili 

Sessioni e workshop

Ci siamo divise gli incontri, e ovviamente alcuni sono stati degni di nota e altri meno….ha poco senso, quindi, mettersi a spulciare il programma per capire cosa ci è piaciuto e cosa no, anche perché sarebbe troppo soggettivo. Segnaliamo però l’importanza data al tema “major donors” – evidentemente di grande interesse – e la crescente presenza del digitale (crowdfunding, Google, videomarketing…), segno evidente che il fundraising italiano cerca di stare al passo coi tempi. Particolarmente apprezzata anche quest’anno la presenza dei “tavoli di lavoro”, visti come momento di confronto più ristretto e con più possibilità di interazione. Rispetto a qualche edizione fa, sono state meno visibili le sessioni dedicate al Corporate Fundraising: di sicuro se ne sarà parlato da qualche parte, ma un paio di workshop dedicati dove confrontarsi anche con le Aziende su esempi di successo avrebbero fatto il tutto esaurito! Meno gradita, invece, la scelta di mettere le prime sessioni del giovedì alle 8.30: va bene alzarsi presto, ma slittare di una mezz’ora non guastava. Curiosità: in almeno tre sessioni si è fatto accenno al mondo del porno…fundraiser, cosa combinate? Voto: 7 +, #piùsicheno

Gli extra

La vera sorpresa è stata la diretta streaming della plenaria: non tanto per i partecipanti, che erano lì, quanto per tutti coloro che non sono riusciti a venire e hanno potuto partecipare virtualmente almeno a questo primo incontro. Bravissimi! Non possiamo poi dimenticare lo Speed Date tra Fundraiser: c’era un bel movimento e sicuramente in due minuti qualcosa si è riusciti a dire. Gli sponsor e i fornitori avrebbero forse dovuto mettersi da parte, ma gli vogliamo bene lo stesso. In ultimo il Casual Friday: va bene spacciare magliette qua e là, ma poi? Forse non abbiamo capito appieno lo scopo o forse non ha avuto l’effetto sperato…per fortuna le magliette erano bellissime. Altra bella sopresa il libretto rosso ormai famoso di “Fundraiser per Passione” alla terza edizione: un bel regalo da portarsi a casa e sfogliare nei momenti in cui si è in cerca di ispirazione.  Voto: 8, innovativi

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I classici

Sono quelli che non mancano mai, quelli che #maisenza. Parliamo ovviamente dell’Italian Fundraising Award, anche quest’anno condotto dai bravissimi presentatori, Marianna e Andrea, con la partecipazione di Massimo Coen Cagli – che ha lanciato in diretta la petizione per “liberare il 5×1000” – e Luciano Zanin, presidente di Assif. E’ stata una bella premiazione, con i coniugi Zen premiati come miglior donatori e Alessandro Benedetti, Segretario Generale e responsabile Marketing, Comunicazione e Fundraising della Fondazione Meyer, nella categoria “fundraiser dell’anno”.

Passando a temi meno seri, come dimenticare la serata a tema? Quest’anno si è scelto il country, e camicie a quadri, cinturoni e cappelli da cow-boy hanno riempito la sala. Brava la band – anche se dopo due o tre pezzi in molti si guardavano attorno un po’ annoiati – ma non abbiamo apprezzato molto il fatto che a mezzanotte fosse già tutto finito. Si poteva prolungare la festa e le danze di un altro poco, non credete? Il divertimento è una componente importante del Festival, non dimenticatevelo!  Voto: 6/7, #sipuòfaredipiù

Sponsor e fornitori

Non c’è che dire, questa parte è comunque importante per confrontarsi e avere nuovi spunti. Qualche novità, la possibilità di fare domande e prendere qualche indirizzo: il tempo tra una sessione e l’altra non era tantissimo, ma tutti si sono dimostrati, come al solito, gentili e disponibili. Personalmente, abbiamo molto apprezzato la presenza di molti fornitori durante le sessioni e i workshop: più voi capite di cosa abbiamo realmente bisogno noi, più sarà facile avviare un rapporto proficuo per entrambi! Voto: 8, sul pezzo

La plenaria di chiusura

Un momento magico, anzi…IL momento del Festival. Quello per cui, come ogni anno, ti ritrovi a pensare ai giorni che mancano prima di ritornare di nuovo sulle rive del Garda. Non c’è che dire, la sapiente regia di Valerio Melandri si conferma ancora una volta saldamente al comando delle emozioni: la testimonianza appassionata, carica di un bellissimo sentimento di indignazione civile di Kumi Naidoo, e il racconto delicato, toccante, ironico e traboccante di amore per l’umanità di Alberto Cairo sono stati forse i momenti più belli di questo Festival del Fundraising, quelli che ti ricordano perché facciamo questo lavoro. Voto: 10, insuperabile

I partecipanti

Parliamo di voi, cari fundraiser! Voi che siete stati tanti, tantissimi! Grazie a coloro che hanno cercato il confronto, che hanno provato a rompere il ghiaccio con chi non conoscevano, aiutati magari da una chitarra e un bicchiere di vino. Grazie a coloro che, alla fine di una sessione, davanti a un caffè, persino a tarda notte, hanno trovato il tempo per rispondere a qualche dubbio, magari di un collega più giovane. Grazie a tutti voi, che non conosciamo ma che – prima o poi  – conosceremo dal vivo: grazie perché ci siete, e siete l’unico motivo per cui il Festival del Fundraising esiste! Voto: 9 #tantimabuoni

 

Per concludere: tre giorni non sono mai abbastanza per fare tutto quello che ci si è ripromessi di fare…il tempo è sempre poco!  Quello che resta è la conferma di un bisogno sentito, quello di confrontarsi con i colleghi e trarre nuova linfa, forza e ispirazione da portare nella routine lavorativa di tutti i giorni: il Festival del Fundraising 2016 è riuscito nel suo intento, ed è qualcosa per cui non possiamo che ringraziare il prof. Melandri e tutto il suo staff! Ci rivediamo nell’edizione del 2017!

 

5 commenti

  1. Pingback:Festival del fundraising 2016: riflessioni sparse • Luca Rubin

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