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Art Bonus II, verso la buona strada

artbonus

Lo ammetto, forse non sono stata tenerissima nell’ultimo post sull’Art Bonus. Però quello che ho scritto, oltre ad essere vero, veniva dalla pancia del donatore, più che dalla mente del fundraiser – era, insomma, un commento appassionato di chi vede un bel progetto e ne intuisce le potenzialità, nonostante tutto.

Ecco, a distanza di qualche giorno torno sull’argomento, con alcune buone notizie. Quella che vi racconto qui, infatti, è la seconda parte della vicenda, quella del post-donazione. Già, perché nonostante la tiratina d’orecchie ai bibliotecari il mio piccolo contributo l’ho lasciato, ho seguito puntualmente le istruzioni sul sito per donare e…volete sapere com’è finita?

Il sito dell’Art Bonus e la burocrazia

Per prima cosa ho scoperto che non è possibile donare online, ma è necessario fare un bonifico bancario. Non ricordo mai i codici dell’home banking e ho dovuto rovistare un po’ in giro, poi mi sono collegata alla mia banca e ho impostato il bonifico per il Comune di Torino. Ostacolo numero due, la causale. Secondo le istruzioni bisogna indicare questa dicitura: “CONTRIBUTO ART BONUS LEGGE 106/2014,+ codice fiscale donatore + donazione al Comune di Torino per Interventi per il sostegno degli Istituti e Luoghi della Cultura: Biblioteche civiche torinesi: servizi al pubblico + Nome progetto”. 

Ora, non ci vuole un genio per capire che nessun sito di Home Banking ti permette una causale così lunga! Ho passato dieci minuti buoni a chiedermi quali parti potevo tagliare per rendere comprensibile A) che fossi io la donatrice; B) il progetto a cui volevo destinare la donazione. Mi sono ingegnata con le abbreviazioni e alla fine sono stata nel numero di caratteri consentito…ma che fatica! Poi, sempre per seguire le istruzioni, ho mandato una mail a segreteria.musei@comune.torino.it, allegando lo screenshot della donazione (domanda: ma se fossi andata in banca, poi come avrei? Mi facevo scannerizzare da loro il pagamento, tornavo a casa e mandavo la mail?).

Ho infine specificato che ci tenevo a comparire tra i donatori – bell’idea questa, perché anche se doni poco ti piace sapere che il tuo nome sarà lì a fare la sua piccola bella figura… (vanità? mais bien sur!)

 

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La prima mail: grazie!

Terminate queste lungaggini amministrative mando quindi la mia bella mail, e già che ci sono allego anche il mio post, così tanto perché sono una rompiscatole. Il giorno dopo mi arriva la risposta tempestiva di una bibliotecaria, che mi ringrazia per la donazione e chiede il mio recapito telefonico perché il dirigente delle biblioteche civiche torinesi possa ringraziarmi personalmente. A questo punto mi potrei già definire soddisfatta: con tutte le volte che ho sottolineato l’importanza di ringraziare il donatore, questa prima mail mi ha già rallegrato abbastanza, tutto sommato. Ma non finisce qui 🙂

La seconda mail: #tispiego

Due giorni dopo mi arriva una seconda mail, da parte di Aldo Garbarini, Direttore Direzione Cultura, Educazione e Gioventù. Con grande pazienza e cortesia mi ha spiegato tutte le azioni di comunicazione che il comune ha finora messo in atto per supportare l’Art Bonus, con tanto di numeri e dati…un’attenzione che davvero non mi aspettavo, e che mi ha stupito in positivo. Certo, alcune cose non mi vedono del tutto d’accordo, ma qui mi preme sottolineare che di fronte alla critica di un donatore – perché di questo si tratta – la reazione non è stata di indifferenza. Al contrario, hanno ammesso alcune lacune e mi hanno esplicitamente invitato a diffondere l’importanza di contribuire al progetto che io per prima ho scelto di sostenere. Personalmente, lo vedo come un bel primo passo, no?

 

Epilogo: “se telefonando…”

Passano altri due giorni, e come anticipato dalla mail n.1 ricevo la telefonata del dottor Paolo Messina, Dirigente del Servizio Biblioteche Civiche. Anche lui, con molta cortesia, mi spiega quanto tengano al progetto Art Bonus e tutte le attività che hanno in mente di lanciare per promuoverlo da settembre, e mi ringrazia per la mia piccolissima donazione. Sottolinea anche l’importanza di formare il personale, non tanto dal punto di vista tecnico quanto sulla comunicazione del progetto ai potenziali donatori – e questo mi piace, oh se mi piace!

Insomma: è stato perché mi occupo di fundraising? Perché ho scritto un post lievemente polemico? Perché sono stata la prima a fare una donazione sul progetto della Biblioteca di Villa Amoretti? Non lo so, sinceramente. Quello che so è che, come donatrice, mi sono sentita coccolata, compresa e rispettata nel mio desiderio di rendermi utile e di far parte della società civile. Insomma, un passo avanti niente male rispetto a come era iniziata tutta questa storia, no?

Non so come andrà a finire, se tutti e 14 i progetti riusciranno ad essere finanziati…ma se il terreno fertile c’è, come sembra, forse ci sono anche le premesse per provare a fare un buon lavoro! Io ci credo, e voi?

 

1 commento

  1. Alberto

    Ciao Federica,
    ricordo che parlammo dell’art bonus, quindi… brava per aver fatto la prima donazione. La mia la farò tornato dalle ferie, ma conto di farla.
    Aggiungo però una nota. Sono certo che il bibliotecario non ha “colpa”, però… non so. Credo da anni che una delle sciagure di questo Paese non sia solo il benaltrismo, ma anche quello che definisco “l’altrocolpismo”. è sempre e comunque colpa di qualcunaltro.

    La biblioteca va ha rotoli? è colpa di chi la amministra!
    Chi la amministra non ha fondi? è colpa dello Stato!
    Lo Stato crea l’art bonus? eh, però non ci hanno detto nulla, maledetti!!!

    Quando forse per non non far andar a rotoli la biblioteca, come prima cosa puoi riportare i libri in tempo, e magari ancora integri.
    Quando magari lo Stato non ti eroga più come una volta è vero, ma magari puoi iniziare a farlo presente agli utenti della biblioteca.
    Quando magari è vero che non ti hanno mandato il manuale “come raccogliere fondi con l’art bonus”… però, ma è un suggerimento personale, se hai di fronte alla tua scrivania un poster che ne parla… boh, un occhio sul sito puoi buttarcelo in autonomia, no?

    Detto questo, come cittadini, abbiamo tempo fino al 31/12 per aumentare le somme raccolte nel 2015 per questi progetti. Una delle cose che più mi piace del fundraising è che ti permette sempre di fare qualcosa. Magari poco… ma qualcosa si.
    è come diceva il buon Burke, ” Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva fare troppo poco”.

    Ciao!

    Alberto

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