Menu Chiudi

Confessioni di inizio anno

Questi non sono buoni propositi, ma spunti di cose che mi sono successe e che penso possano esserti di ispirazione. Fammi sapere se ti sono stati utili (ho fatto dei test, puoi leggere questa mail agevolmente mentre cucini o sei in bagno).

QUOTE ROSA

Ho sempre patito il fatto che il rosa fosse un colore da femmina e non da femminista.

Quest’anno, però, ho imparato che se c’è una pandemia, una crisi di governo e mille altri big problems tutto sommato il fatto che a me piaccia il rosa è una questione tutto sommato irrilevante. Così mi sono tinta i capelli di rosa – “dirty pink”, per la precisione. Durerà solo qualche shampoo ma mi sento molto Cindy Lauper. 

Lo sapevi che il rosa è considerato il colore dei Millennials?

È rosa, fidati, anche se non sembra 🙂

DIRE DI NO

Sono una che dice di sì sempre e comunque, a tutto, ogni proposta di collaborazione, invito a partecipare a eventi ecc. Se non arrivano, me li vado a cercare: tra giugno e gennaio normalmente mi iscrivo ad almeno due corsi diversi, e quest’anno ho scelto addirittura un master universitario (in Public History, fighissimo).

Quest’anno però, ho iniziato a dire no. Tra il 2 gennaio e oggi ho lasciato a metà un corso in design thinking – senti come suona male “lasciare a metà…”, non ti viene la pelle d’oca? – e non sono più attiva nei tavoli sull’educazione di genere della Consulta per Torino.

Perché? Perché avevo bisogno di tempo libero.

E non è morto nessuno, ho controllato.

HARMONY MON AMOUR

Ok, ho guardato i Bridgerton, la serie trashissima di Netflix che se non hai ancora visto vivi su un altro pianeta o sei un uomo. 

Ma ho fatto di più: ho letto tutti e nove i libri di Julia Quinn. Tutti e nove. 2100 pagine. 

Volevo sapere cosa succedeva agli altri fratelli senza aspettare le prossime stagioni. Tu ha mai letto un Harmony? Una volta, nella casa al mare che avevano affittato i miei, ho trovato un frigorifero spento pieno di Harmony, e li ho letti tutti. È come una droga. 

Nei romanzi rosa lui è sempre bello, ma soprattutto è stronzo, ricco e Alpha dalla cima dei capelli alla punta dell’alluce. Lei invece ha gli occhi grandi (perché?) , è comprensiva, empatica e pronta a salvarlo dal groviglio del suo infantilismo mentale nel giro di 200 pagine.  Lui non lavora mai alle poste, non soffre di alopecia, non rutta. Lei freme di passione anche alle tre del mattino in pigiama – sempre che lo indossi.

Su questo romanticismo alla melassa possiamo riderci su quanto volete, ma il punto è che nessun uomo di buon senso leggerà mai questo genere di romanzi, ignorando completamente il perpetuarsi di un modello di relazione altamente tossico fatto di aspettative e ruoli prestabiliti.

Potrebbe sembrare una polemica inutile – in fondo è solo intrattenimento, che male c’è a sognare? – eppure non riesco a non pensare che anche questo genere di letteratura potrebbe fare un salto di prospettiva. Le donne hanno iniziato a girare film pornografici, quando verrà il momento in cui gli uomini inizieranno a scrivere Harmony?

A questa domanda non ho risposta, ma scrivetemi i libri che avete letto e che non vorreste mai far sapere a nessuno, che sono curiosa!

QUESTIONI DI SORELLANZA

Finalmente ci siamo, il 4-5-6 marzo si terrà la prima edizione (dita incrociate) del Non Profit Women Camp. Ci stiamo lavorando da un anno, con persone meravigliose, ed è un’esperienza talmente arricchente che la sola preparazione vale come un corso di formazione a sé.

Al di là dell’evento, però, ho realizzato che una delle cose che mi rende più felice è la chat su WhatsApp con Giovanna, Francesca e Valentina. Sono tre colleghe fantastiche, professioniste competenti e donne stupende, ognuna con la sua storia e il suo carattere.

Se la chat potesse parlare racconterebbe di consigli lavorativi, sfoghi, sogni e pettegolezzi, ma anche di galline e tarocchi: riflettendoci, questo angolo di chiacchiera quotidiana, nato da un progetto che seguiamo nei ritagli di tempo, è stata una valvola di sfogo e di confronto fondamentale.

Per dirla con le parole di Burnett e Evans (Design Your Life ) :

“Ogni grande design è diventato tale perché c’è stato un team che ha portato alla vita quel progetto, prodotto o edificio. I designer credono nella collaborazione totale, perché il vero genio è un processo collaborativo. Progettiamo le nostre vite in collaborazione e in connessione con gli altri, perché noi è sempre più forte di me.

È tutto qui.”

E voi? Avete un team di colleghi/amici/mentori con cui confrontarvi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *