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Festival del Fundraising 2017: le pagelle!

Ci sono alcune doverose premesse da fare a queste pagelle. La prima, è che essendo relatrice non sono riuscita a seguire appieno quello che succedeva in parallelo intorno a me, e quindi la mia visione delle sessioni è per forza di cose parziale (più del solito!). La seconda è che il mio diventare mamma ha amplificato la stanchezza, ma anche le emozioni e le sensazioni: chiedere obiettività quando ci sono in gioco gli ormoni è quindi quantomeno rischioso! La terza è legata al fatto che, per la prima volta in cinque edizioni, non sono mai riuscita a staccare davvero dal lavoro e da ciò che avevo lasciato in ufficio – perdendomi sicuramente tante possibilità e occasioni preziose…pazienza!

Detto questo,  se un minimo vi fidate ancora, partiamo! Quest’anno sono stata guidata dal mio meraviglioso calendario, che ogni giorno mi regala una domanda diversa: le risposte che mi sono data le vedete nelle foto 🙂

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La plenaria di apertura

Il tema è in assoluto tra i miei preferiti, lo ammetto. Già a Bologna, lo scorso settembre, alla riunione per parlare dei possibili temi per il Festival del Fundraising 2017, avevo appoggiato con entusiasmo un argomento scomodo come questo. Parlare di fallimento, in un mondo come il nostro in cui, presto o tardi, siamo chiamati a rendere conto del nostro operato, è fondamentale, indispensabile. Bene dunque l’idea di fondo. Bene anche che a parlarne non sia il piccolo fundraiser, ma nomi conosciuti, con esperienza. Un po’ meno entusiasmante la sessione. I relatori sono senza dubbio di altissimo livello, ma non sono riusciti – credo – a scaldare completamente i motori della sala. Forse perché il fallimento dovrebbe essere vissuto come tale, non deve essere per forza seguito da una storia di riuscita, altrimenti sembra solo un piccolo incidente di percorso. Per fortuna, la semplice scelta di un tema così delicato è riuscita, da sola, a catalizzare l’attenzione dei presenti in sala, e spero davvero che con il tempo si parli ancora di fallimenti, di cadute, di sbagli sulla via del fundraising.   Voto: 6+, migliorabile

Volontari e staff

Questo voto si scrive da solo, ed è sempre altissimo, perché sappiamo tutti che senza volontari il Festival del Fundraising non ci sarebbe! Quest’anno ci hanno sorpreso con delle magliette verde bandiera brandizzate iRaiser, con il risultato di essere decisamente riconoscibili. Attenti, disponibili, gentili e preparati, cosa chiedere di più? Voto: 10, ineccepibili 

Sessioni e workshop

Come ho già scritto nelle premesse, purtroppo metà del mio Festival del Fundraising è stato occupato dalla sessione come relatrice: per fortuna ho potuto ascoltare i miei colleghi del Forum delle Piccole (Riccardo Friede, Francesca Bellini e Alberto Cavalli), che sono stati veramente prodighi di spunti concreti. Per il resto, come sempre si alternano sessioni poco interessanti ad altre veramente ricche di idee. Ho apprezzato molto il libretto viola con la descrizione degli interventi, perché mai come quest’anno scegliere le sessioni solo dal titolo comportava il rischio di perdere incontri davvero utili.

Spezzerei una lancia in favore della discussione sulla riforma del Terzo Settore (grazie a Carlo Mazzini), e un’altra per gli “incontri d’autore” sui libri più importanti sul fundraising. Nomi che ho già segnato in agenda per portarli ai prossimi incontri di Assif Piemonte e alla Biblioteca del Fundraising, a beneficio di quanti al Festival non sono riusciti a venire quest’anno!

Il grande rimpianto: non essere riuscita ad ascoltare Rob Woods. La sua sessione era in contemporanea con la mia, e il suo libro me lo sono portata dietro per tre giorni inutilmente…niente autografo. Dovrò andare in UK, a questo punto!

Voto: 7, #piùsicheno

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I classici

Te li aspetti, e sai che senza il Festival del Fundraising non sarebbe lo stesso. Al primo posto l’Italian Fundraising Award, che ha premiato la famiglia Ravasio come donatore dell’anno e Roger Bergonzoli dell’Associazione Santa Rita da Cascia nella categoria “fundraiser del 2017”. Belli i discorsi, e anche i lapsus dovuti all’emozione. Spunti per i prossimi anni: aumentare le categorie! Premiate la campagna più originale, il fundraiser più giovane, il blog o la rivista di settore più promettente…aumentate la competizione insomma! Il “premio alla carriera”, dato a Massimo Coen Cagli, ha aperto la strada, ma l’idea è ottima!

Passando a temi meno seri, la serata a tema era un rischio enorme: gli anni Settanta non hanno nulla a che vedere con gli anni Ottanta, suvvia! Per fortuna, i fundraiser ci sanno fare con i costumi (vedi foto sopra), e quest’anno la musica e i ballerini erano fantastici! Bella anche l’idea di premiare i 14 fundraiser che hanno partecipato a tutte e dieci le edizioni del festival: un premio fedeltà che la dice lunga su quanto siamo cresciuti dal 2007.

Voto: 8- #sullabuonastrada

La plenaria di chiusura

Ogni anno mi dico che non è possibile ripetere l’emozione del precedente, figuriamoci superarla! Ecco, io non so davvero che trucco speciale usino quelli del Festival, ma ci riescono ogni volta, in qualche modo. La prima testimonianza è stata quella di Francesca Fedeli, di Fight the Stroke. A sentirla parlare del piccolo Mario, della sua lotta contro la malattia, del non volersi arrendere, ho iniziato a piangere come una fontana Ok, io sono un’emotiva, ma non è colpa mia se ci sono storie in grado di rivoltare ogni piega dell’anima! La musica dei bambini dell’Orquestra de Instrumentos Reciclados ha poi concluso questo Festival, accompagnandolo delicatamente all’invito finale della plenaria: fare della spazzatura qualcosa di bello, di importante. Perché anche da una teglia per la pizza si può ricavare un violino!  Voto: 10,  #semprealtop

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I partecipanti

Non ho partecipato allo speed date, ma il Festival del Fundraising si conferma come occasione unica di confronto con i colleghi, sopratutto quelli che non hai modo di vedere in altre occasioni. Un grazie caloroso a Francesco Ambrogetti e Carlo Mazzini, che hanno animato un intenso e inatteso “dopofestival”, e a tutti coloro con cui, dopo mesi di chiacchiere virtuale, sono finalmente riuscita a scambiare una parola dal vivo.

Grazie anche ai colleghi di Assif, sopratutto a coloro che in questi giorni hanno trovato modo di esporre il loro programma per il futuro dell’associazione senza fare polemiche ma lasciando spazio a visioni differenti. Il 26 si vota, e le aspettative per il nuovo direttivo sono altissime!

Voto: 9 #arriveremoa1000

 

Per concludere: quest’anno il mio Festival è partito un po’ in sordina, complice la stanchezza lavorativa e qualche malanno. Eppure, nel corso dei giorni, tra una sessione e l’altra, tra un caffè e una chiacchierata, mi sono rigenerata pian piano, arrivando al pranzo del venerdì con alcune idee concrete da mettere in pratica una volta rientrata al lavoro ma sopratutto con la profonda convinzione di fare un lavoro importante, anche se faticoso. Il Festival del Fundraising si conferma come momento indispensabile per ogni fundraiser, giovane o meno, e di questo non posso che ringraziare ancora una volta il prof. Melandri e tutto il suo staff! Ci rivediamo nell’edizione del 2018!

 

 

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